Don Filippo Perin Salesiano missionario in Etiopia ci scrive dalla missione di Lare, nella zona di Gambella.

Carissimi amici, come state?

Un saluto a tutti dall’Etiopia, da Lare, sul confine con il Sud Sudan.

Siamo nei mesi più caldi dell’anno, sempre sopra i 40 gradi e anche di notte non si scherza: serve bere in continuazione 7 o 8 litri di acqua al giorno, farsi la doccia molte volte sia di giorno che di notte, dormire fuori di casa la notte nella veranda, tutta l’acqua che bevi la sudi e non vai mai a far pipì, mancano le forze e dei giorni sembra di essere degli zombi ... insomma si cerca di sopravvivere!

La notizia più bella è che abbiamo appena finito il Meeting dei giovani Nuer a Lare, 4 giorni intensissimi di incontri, celebrazioni, laboratori della fede e tanto entusiasmo. Venerdì sono arrivati più di 300 giovani dalle varie parrocchie della diocesi di Gambella e anche dai campi profughi che abbiamo nella nostra regione, la maggioranza dai 18 ai 25 anni.

Tutta la nostra parrocchia ha partecipato: un bel gruppo di donne hanno fatto ogni giorno da mangiare per circa 400 persone; il gruppo dei catechisti e degli uomini hanno guidato alcuni momenti e mantenuto la sicurezza; i nostri giovani hanno partecipato in gran numero alle attività.

Quattro giorni indimenticabili per tutti, per l’amicizia che abbiamo costruito, la Parola di Dio che è stata seminata, l’entusiasmo che si è creato... ci siamo dati l’arrivederci all’estate per un altro incontro, speriamo.

Un’altra bella notizia è che venerdì 25 marzo è stato finalmente ordinato Vescovo Padre Christian Carlassare nella sua diocesi di Rumbek, in Sud Sudan. L’anno scorso, qualche settimana prima della sua ordinazione, gli avevano sparato alle gambe. Poi si è scoperto che tra gli organizzatori dell’attentato c’era anche un prete locale che non voleva un Vescovo straniero. La situazione adesso è risolta e mandiamo al nuovo Vescovo le più sentite congratulazioni e tanta preghiera.

Invece, il nostro Vescovo di Gambella mons. Roberto Bergamaschi, salesiano, all’inizio della quaresima è dovuto andare in Italia ed essere ricoverato all’ospedale di Brescia pe alcuni problemi di salute e le relative visite e cure. Adesso sta meglio, ma ci vorrà un po’ di tempo per il suo recupero, speriamo tra qualche mese di averlo di nuovo tra noi.

Anche qui in Etiopia siamo tutti allarmati per la guerra che ormai da un mese è scoppiata in Ucraina e seguiamo tutte le notizie, anche se in Etiopia la guerra civile nella regione del Tigray, che ormai va avanti da un anno e mezzo, non è ancora finita. Questa settimana c’è stato un cessate il fuoco a cui hanno aderito sia il governo che i ribelli per permettere agli aiuti umanitari di raggiungere le popolazioni civili che sono in enorme difficoltà.

Speriamo che questo sia un inizio di un dialogo tra le parti e che possa portare alla pace.

Anche a 10 km da Lare, dove si trova la mia missione, oltre il confine in Sud Sudan, sono ripresi gli scontri tra i soldati governativi e quelli ribelli, tanta gente è scappata dai villaggi vicino al confine per venire a Lare, tutto è sempre molto incerto e precario verso il Sud Sudan.

Le attività della nostra parrocchia vanno comunque avanti, i nostri 4 asili, le varie chiese che abbiamo in vari villaggi, il catechismo, gli aiuti alle famiglie in difficoltà con del cibo, riparazione della capanne, qualche materasso, le medicine, un sostegno per chi continua a studiare dopo le superiori ...

Siamo in Quaresima: il personaggio per noi più bello, perché originario dall’Africa, è sicuramente Simone di Cirene, una città della Libia, il quale si trovava per strada mentre passava Gesù con la Croce e lo ha aiutato a portarla. Che bello questo gesto, nonostante tornasse stanco dalla campagna, nonostante i suoi programmi e le sue intenzioni, si è fermato ad aiutare Gesù a portare la Croce.

Già a Natale l’Africa accoglie Gesù profugo, che fugge in Egitto perché Erode voleva ucciderlo, ora un uomo dell’Africa arriva fino a Gerusalemme per aiutare Gesù a portare la Croce.

In ogni parte del mondo quando incontri qualcuno in difficoltà senti dentro di te questa domanda “Vuoi essere il mio Cireneo?”, cioè vuoi aiutarmi a portare la Croce? Gesù porta la nostra Croce e noi siamo chiamati a portare quella degli altri.

Un grazie e un ricordo a tutti voi e una preghiera per la pace sia in Ucraina che anche qui in Etiopia e Sud Sudan.

Abba Filippo

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