Il bilancio delle vittime delle inondazioni, causate dalle torrenziali piogge dell'ultima settimana, continua a salire, sia nell’isola indonesiana di Flores, che nel vicino Timor Est. I morti accertati sarebbero arrivati a oltre 90, decine i dispersi. Le azioni di soccorso vengono ostacolate dall’impraticabilità di ponti e strade, danneggiati dalle piogge torrenziali e coperte di fango e detriti, dalla mancanza di attrezzature adatte, dalle interruzioni di corrente, così come dal fatto che la zona può essere raggiunta solo via mare, attualmente molto mosso. Il ciclone tropicale Seroja sta continuando la sua azione distruttrice e le previsioni sono che anche nei prossimi giorni, nel suo cammino verso l’Australia, continuerà a martoriare i Paesi del sud-est asiatico.

Ci scrive Suor Alma Castagna, Ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Timor Est e Indonesia.
 

«Carissimi Amici,
non sto a raccontarvi cosa è successo, perché penso che le immagini che girano in televisione e in rete sono molto eloquenti.
A Dili ci sono 3 nostre comunità, in una di queste, la scuola Maria Ausiliatrice, sono raccolte 50 famiglie. Molti di loro erano accorsi dai Salesiani, che nella loro palestra aperta sui lati accolgono già più di 1.000 persone, per cui abbiamo suggerito che le famiglie con bambini piccoli venissero da noi, perché potessero dormire nelle aule della scuola, invece che all’aperto.
A Balide, centro Dili, abbiamo un'altra comunità: alle spalle della casa c'è una collina di terreno morbido, facile alle frane, ma la gente continua a costruire case e così domenica scorsa le pendici della collina sono scivolate insieme alle case e la gente si è riversata nella nostra casa. Ieri sera erano circa 350 persone: 56 famiglie, soprattutto donne e bambini.
Ieri mattina non ha piovuto, per cui alcuni siamo andati a vedere le condizioni delle loro case perché se molti han-no perso la casa, altrettanti hanno la casa piena di fango, mentre la struttura ha tenuto.
Ma nel pomeriggio ha piovuto dapprima leggermente, poi violentemente per poco tempo … dovevate vedere i bambini più piccoli, soprattutto nella scuola dove le aule danno sul cortile, si sono rifugiati nelle aule, lontani dal-le porte, in silenzio, con gli occhi fissi sulle finestre … dopo l’emergenza bisognerà considerare i traumi che questi bambini hanno subito in queste poche ore!
C’è da dire che prima che il governo, si sono mossi i vicini, la gente semplice che ha visto le persone affluire in casa e hanno portato qualcosa da cucinare, si sono offerti di aiutare. Poi sono arrivate alcune persone con possibilità economiche, di loro spontanea volontà, che hanno portato riso, uova, cibo.
Anche alcuni italiani che lavorano qui si sono fatti sentire offrendosi di portare ciò di cui avevamo bisogno, poi sono arrivate le ONG ed infine il Governo. Una vera e propria gara di solidarietà, diciamo che non ci manca niente, o perlomeno, quando abbiamo bisogno di qualcosa arriva sempre qualcuno che ci chiede e nel giro di poco tempo recuperiamo ciò che serve alla gente che ospitiamo.
In più, le ragazze che fanno il tirocinio pratico nella panetteria, non sono riuscite ad andare a casa da quando è iniziato il confinamento e la chiusura di Dili, perché la cosa è stata decisa in poche ore. E così avevamo una ventina di ragazze in casa, che continuavano a preparare pane e dolci. Ora una delle comunità ha chiesto pane per la colazione ed anche qualche dolcetto per la merenda dei bambini … produzione a pieno ritmo e nessun pro-blema di disoccupazione per le ragazze!
Comunque oggi, per ora non ha ancora piovuto, il sole ha mostrato il suo calore per tutta la mattina, ma ora già le nuvole si addensano. La paura viene quando piove di notte e magari si interrompe l’elettricità.
Il problema è che in realtà dovremmo essere in confinamento domiciliare e soprattutto la zona di Comoro, la zo-na della scuola, è rossa perché molti casi positivi sono stati trovati nel nostro quartiere o in quelli vicini. Purtrop-po, oggi abbiamo avuto anche il primo morto per Covid: una donna di 44 anni che soffriva di insufficienza renale.
Chissà se la gente comincerà ad avere paura e a comprendere? Infatti, sono qui tutti ammassati, ma quando distribuiamo le mascherine se le appendono alla cintura, o in poco tempo le gettano per terra.
Noi giriamo fra loro indossando sempre la mascherina, ma la gente fa veramente fatica a stare alle indicazioni del Ministero della Salute.
Anche a Venilale è stato segnalato il primo caso positivo, proveniente da Dili. Nonostante per uscire da Dili si debba fare il tampone ed averlo negativo, già vari casi sono poi risultati positivi all’arrivo nei loro distretti.
Covid-19 e inondazione: un mix esplosivo!!!

Ci affidiamo alla vostra preghiera perché smetta di piovere!
Alcuni che vengono a portarci aiuti ci chiedono quali sono i progetti per il futuro: per ora l’emergenza, accogliere chi non ha più la casa o non può rientrare, poi piano piano vedremo come aiutare chi ha la casa, ma deve sistemarla e indirizzare verso le persone giuste chi deve ricostruirla.

Un grazie grande a tutti quelli che si ricordano di noi!!!».
Sr. Alma Castagna

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