Ci scrive Paola, una volontaria italiana che opera nelle Missioni della Diocesi di Gizo nelle Isole Salomone, in merito ad un tragico evento capitato nella zona.

«Inizio d'anno davvero complicato a Gizo. Da sabato primo gennaio una barca con 14 passeggeri, 10 ragazzini e 4 adulti, è dispersa in mare. La vicenda ha scosso tutti gli abitanti, ma in particolare la comunità cattolica. La Diocesi di Gizo ha un territorio vasto che si suddivide in tantissime isolette sparse, ma la comunità è piccola e tutte le famiglie si conoscono tra di loro.

In occasione dell'inizio dell'anno, un gruppo di familiari di un collaboratore della nostra scuola meccanica ha deciso di trasferirsi a nord nel villaggio d’origine nelle Shortland per la sepoltura di un loro parente nel villaggio di origine. Si tratta di un gruppo numeroso e per muoversi ha scelto di usare due barche, chiedendone in prestito una con un motore più potente del loro, visto il carico e il numero delle persone coinvolte. Sono partiti da Gizo durante una bella giornata di sole, tranquilli e sereni, anche perché fra di loro ci sono esperti meccanici e skipper. Purtroppo, è accaduto il peggio. Poco distanti dalla meta, vicino a Toumoa, in direzione di Komaleai, uno motori della loro barca ha avuto dei problemi. Hanno deciso di trasferire tutti i ragazzini con le tre donne e il nonno sulla barca dal motore più potente, mandandoli avanti, mentre gli altri adulti si sono messi a sistemare il motore in panne della loro imbarcazione. Purtroppo, le condizioni meteo sono cambiate rapidamente; vento e scrosci di acqua intensa e sferzante hanno fatto perdere loro l'orientamento, imbarcando acqua. Si sono liberati del carico e buttati in mare più volte per svuotare l’imbarcazione dall’acqua, rimanendo in balia delle correnti per ore, finché al buio hanno intravisto la riva e una luce.

Giunti a terra hanno scoperto di essere molto più a Sud-Est del previsto, esattamente a Moli nell’isola di Choiseul, comunque salvi e convinti che il nonno, con le donne e i nipoti fossero in attesa del loro arrivo al sicuro, più avanti. Purtroppo non è stato così, risultano tutt'ora dispersi.

Sono iniziate le ricerche, tutti i villaggi sono stati allertati, sono rimpallate notizie vere e false. A distanza di giorni si è potuto recuperare una sola vittima, i poveri resti di un corpo in parte dilaniato dai pesci dell'oceano. Le ricerche continuano, ma la speranza di ritrovarli vivi ormai si affievolisce.

Qui a Gizo sono tutti tristi e sconcertati. Sono persone conosciute, fra loro ci sono due insegnanti delle nostre scuole dell'infanzia, un insegnante meccanico, un chierichetto, una giovane di 15 anni, benvoluta e molto brava a scuola, e i più piccoli sono alunni delle nostre scuole.

Nei giorni scorsi, ho fatto visita con le donne del nostro compound a teacher Rachel e al marito Laurence Jio: hanno perso tre figli, papà, cognati, nipoti … i pochi beni, i vestiti, il telefono, qualche suppellettile sono andati perduti, ma lei, il marito e un figlio sono sopravvissuti alla tragedia, sono fortunatamente vivi!

Tutto ciò che è rimasto loro è li intorno alla povera casa. Fuori hanno un cortile di fango, difficile da attraversare, simile a una discarica, qualche auto a pezzi, poche cose, tanto disordine, mosche, zanzare … la povertà ha tutti questi aspetti. Hanno perso anche il bene materiale più prezioso, la barca a motore, forse frutto di una intera vita di lavoro del nonno.

In questo momento, il dolore e un debole filo di speranza si racchiudono nei rosari e nei canti intonati dalle donne.

Il mio pensiero va oltre: come potremo aiutarli? La barca è fonte di sussistenza quotidiana qui a Gizo. Si vive di pesca o la si affitta a chi non la possiede. Costa tanto, troppo, senza contare il motore, ma senza barca non si sopravvive. Comprarne una nuova con il motore ha un costo di circa € 10.000.

Le collette delle parrocchie per aiutare i poveri basteranno per sfamare gli ospiti di questi giorni e a pagare il viaggio di ritorno ai parenti che arrivano a visitarli. Ci siamo già organizzati per aiutare questa famiglia per la scuola. Ma quello che si fatica a lenire è il dolore: così vicino, profondo, interiore … attanaglia tutti da oltre una settimana.

Penso anche al nostro mare, dal quale ci siamo abituati a ricevere spesso notizie di tragedie simili, vite che si dissolvono nelle onde, nell'acqua salata, come le lacrime …

Vi chiedo una preghiera e di non dimenticarci con il vostro generoso sostegno!

Ciao, Paola».

Informazioni ai benefattori
Newsletter Iscriviti ora