Don Piero Gavioli, missionario salesiano da oltre 50 anni in Congo, ci raggiunge con un appello urgente.

«Mi scuso per questo titolo un po' polemico, ma in realtà vuole essere un appello accorato e urgente. I giornali che riesco a consultare parlano dell'Ucraina tutti i giorni, ed è giusto e normale. Ma è estremamente raro che scopra notizie sul conflitto che infuria nel Nord Kivu, alle porte di Goma. Vi scrivo da Roma, dove sto frequentando un corso di formazione permanente. Credo sia mio dovere trasmettere le testimonianze dei miei confratelli che sono sul luogo del conflitto.

Scrive don Jean-Pierre Muhima, direttore del Centro Don Bosco Ngangi di Goma: “Martedì 8 novembre 2022, diverse centinaia di famiglie, stimate in diverse migliaia di persone, provenienti dal nord della città di Goma, hanno preso d'assalto tutte le aree gioco intorno al Centro Don Bosco Ngangi. Hanno allestito spontaneamente un grande campo per sfollati interni nelle tre aree sportive del centro e sui campi delle comunità limitrofe. Sono uomini, donne, bambini e giovani visibilmente con il morale molto basso, stanchi, affamati, alterati, traumatizzati che stanno fuggendo dalle zone di combattimento nel territorio di Rutshuru, nella provincia del Nord Kivu. Dopo aver trascorso le prime due settimane della loro fuga nei luoghi di accoglienza nel Territorio di Nyiragongo, una decina di chilometri a nord della città di Goma, sono giunti nell'area salesiana di Ngangi.

Di fronte a questa situazione di disagio, la solidarietà è essenziale. La drammatica situazione di queste popolazioni spinge la nostra comunità salesiana di Ngangi a sensibilizzare tutti e ovunque ad agire con spirito di solidarietà e sostegno. Occorre un grande sforzo di solidarietà perché senza gli interventi necessari e urgenti, questi bambini, questi giovani, queste donne e tutte queste persone vulnerabili rimangono esposte a tutti i mali: epidemie, malnutrizione e persino morte, abusi sessuali sui più vulnerabili e traumatizzati.

La situazione è peggiorata negli ultimi giorni, dato che il fronte si è avvicinato a Goma. Si parla di 40mila profughi interni. Uhuru Kenyatta, ex presidente del Kenya e inviato dell'Unione Africana come facilitatore per i negoziati tra i belligeranti, dopo aver visitato il campo degli sfollati, in una conferenza stampa ha implorato: «Prima arrestiamo la guerra, poi iniziamo il dialogo. Non possiamo far vivere come animali i bambini, le madri, gli anziani. Non diciamo: prima parliamo. No, prima fermiamo la guerra».

I Salesiani dell'Africa Centrale hanno recepito alcune indicazioni:

  • Siate vicini soprattutto ai più vulnerabili: bambini, neonati, malati, anziani.
  • Che nessun discorso di odio esca dalla nostra bocca, nemmeno per insinuazione. Il Signore ci ha posto, qui e oggi, per testimoniare il vangelo della riconciliazione, del perdono e dell'amore ai nemici. Questa è precisamente la nostra "debolezza"-forza.
  • Non risparmiate parole per denunciare con forza il male di questa guerra: qui si applicano perfettamente le parole del Papa sulla guerra in Ucraina: «La guerra è di per sé un errore e un orrore! Una terribile e inconcepibile ferita dell'umanità”. “Quanto altro sangue dovrà essere versato per farci capire che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione?” “Per favore fate respirare alle giovani generazioni l'aria sana della pace e non l'aria inquinata della guerra che è follia!”.
  • Pregate e fate pregare per i nostri benefattori. 

Vi chiedo di far conoscere la situazione dei nostri fratelli e sorelle di Goma e dintorni, di entrare nella catena della preghiera insistente perché la guerra finisca.

Celebriamo oggi la festa di Cristo Re. Preghiamo: venga il tuo regno di verità, giustizia e pace.

 

Don Piero Gavioli

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