Questo pomeriggio, al termine della liturgia penitenziale nella Basilica di San Pietro, il Papa consacra Ucraina e Russia a Maria. Durante la preghiera, ciascuno è invitato, prima di puntare l’indice verso un colpevole, ad interrogarsi sulla propria omissione di iniziativa per frenare l’odio.

“Noi abbiamo smarrito la via della pace,” dirà papa Francesco, “abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali. Abbiamo disatteso gli impegni presi come Comunità delle Nazioni e stiamo tradendo i sogni di pace dei popoli e le speranze dei giovani. Ci siamo ammalati di avidità, ci siamo rinchiusi in interessi nazionalisti, ci siamo lasciati inaridire dall’indifferenza e paralizzare dall’egoismo”.

La Quaresima, se non vuole essere una semplice indicazione sul calendario liturgico, deve generare un vero cambiamento di atteggiamenti e di pratiche. Quest’anno è una Quaresima di sacrificio per il popolo ucraino, così come per le famiglie russe che hanno un figlio al fronte. È una Quaresima che presenta anche a noi il conto di una risposta spesso solo di autoprotezione quando le tragedie del mondo ci si parano davanti.

In questi giorni stiamo toccando con mano l’incapacità degli uomini di incontrarsi e di capire gli uni le ragioni degli altri e di trovare un punto di equilibrio sostenibile. Gli Organismi internazionali non hanno un reale potere di prevenire le guerre e ancor meno di fermarle. Non è un ripiego rivolgere a Dio la richiesta di soccorrere l’uomo, di penetrare nei cuori di chi decide, ma un onorevole riconoscimento dei nostri limiti personali e collettivi e una giusta richiesta al Padre di tutti.

A questo si aggiunge il costante richiamo che proviene dalla Madre di Gesù alla conversione. Questo è proposto alla comunità cristiana in diversi modi e forme: i messaggi, che le persone più sensibili e pure raccolgono e diffondono, tendono tutti a farci tornare sui passi della vera amicizia con Dio e fra gli uomini. Uno di questi messaggi è quello che fu affidato ai piccoli pastori di Fatima e che chiede la consacrazione a Lei della Russia. 

“Nella miseria del peccato, nelle nostre fatiche e fragilità, nel mistero d’iniquità del male e della guerra, tu, Madre santa, ci ricordi che Dio non ci abbandona, ma continua a guardarci con amore, desideroso di perdonarci e rialzarci. È Lui che ci ha donato te e ha posto nel tuo Cuore immacolato un rifugio per la Chiesa e per l’umanità” dirà ancora il Papa durante la preghiera di oggi. Questa richiesta di consacrazione fu fatta mentre il mondo era precipitato nella Prima guerra mondiale, riproposta da Pio XII dopo che la Seconda guerra mondiale aveva dato il risultato di una profonda spaccatura fra Est e Ovest dell’Europa. Rileggendo oggi il quadro storico al quale fa riferimento la Lettera apostolica "Sacro vergente anno", che Papa Pio XII promulgò nel 1952, si individua il legame profondo che invece unisce l’intero continente nella fede cristiana abbracciata dal principe Vladimiro che originò la Rus’, madre dell’evangelizzazione da Kyiv fino a Mosca.

“Madre… in quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te… il popolo ucraino e il popolo russo, che ti venerano con amore, ricorrono a te, mentre il tuo Cuore palpita per loro e per tutti i popoli falcidiati dalla guerra, dalla fame, dall’ingiustizia e dalla miseria” ricorderà di nuovo papa Francesco oggi.

Tutti i sacerdoti e i vescovi del mondo sono invitati a unirsi a questa preghiera. Padre Maksim, parroco salesiano della chiesa dedicata a Maria Ausiliatrice di Kyiv, lo farà, in solitudine, nella sua chiesa. Con la certezza che la sua implorazione insieme con quella di migliaia di altri presbiteri e di milioni di fedeli che si uniranno ad essi non potrà non essere ascoltata. Nella palazzina di Kyiv non c’è uno scantinato dove pensare di proteggersi durante i bombardamenti, ma questo salesiano si fida della promessa di Don Bosco che dove si prega l’Ausiliatrice, lei provvede a proteggere chi vi abita.

Invitiamo tutti a unirsi alla preghiera con il Santo Padre e idealmente con Padre Maksim a Kyiv.

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