GIOVANI, UN’ESTATE DIVERSA CON L’OPERA DON BOSCO
3 Luglio 2025
- 3 Aprile 2025
- 7 Febbraio 2025
- 7 Gennaio 2025

In 40 partiranno in missione di volontariato per rispondere alle crisi umanitarie di oggi, aderendo al progetto promosso dalla Fondazione in collaborazione con il Centro salesiano di Pastorale giovanile di Milano e le Figlie di Maria Ausiliatrice di Lombardia ed Emilia-Romagna.
In un tempo segnato da crisi umanitarie, guerre, povertà e crescenti disuguaglianze, sono i giovani a dare un segno concreto di speranza e di impegno. Sono 40, provenienti da diverse regioni italiane, i ragazzi e le ragazze che quest’estate partiranno per vivere un’esperienza missionaria di volontariato in diverse parti del mondo, grazie al progetto «Cammino Missionario 2024-2025 – Portatori di speranza», promosso dal Centro Salesiano di Pastorale Giovanile di Milano e le Figlie di Maria Ausiliatrice di Lombardia ed Emilia-Romagna in collaborazione con Fondazione Opera Don Bosco Onlus di Milano. Destinazioni diverse, un’unica scelta: mettersi al servizio dell’altro. I giovani saranno impegnati nelle missioni delle Suore Salesiane in El Salvador; nelle missioni salesiane in Etiopia e in Sri Lanka; a Cammarata (Sicilia), in un progetto di accoglienza per minori stranieri non accompagnati sempre insieme alle Suore Salesiane.
Non si tratta solo di un viaggio, ma di una risposta concreta alla precarietà dei nostri giorni. Un progetto che vuole educare alla solidarietà, all’incontro, all’accoglienza, in contesti dove l’umanità stessa sembra spesso smarrita. In mezzo a guerre, emergenze migratorie e profonde ingiustizie, questi giovani scelgono di “esserci”, di mettersi in gioco, di portare piccoli segni di pace e fraternità.
A raccontare il senso di questa scelta è Barbara, una delle partecipanti al percorso di formazione, pronta a partire per lo Sri Lanka: “Accompagnata dal gruppo dei formatori, ho maturato la scelta di partire quest’estate per un’esperienza missionaria di servizio in Sri Lanka. Partire significa provare a rispondere alla domanda: “l’altro dov’è?”. Le mie giornate sono ricche di incontri e scontri. Intreccio la mia vita con famigliari, amici, conoscenti e volti nuovi. Mi accorgo che esisto in virtù di questi scambi di “energia” umana. Io sono custode dell’altro, l’altro di me. E forse sta davvero tutto qui. Scelgo di donare il mio tempo a questa esperienza per accorgermi dell’altro, per riconoscere che l’amore è un gesto disinteressato, necessario e umano. Scelgo di donare il mio sguardo a chi è lontano, chiedendo a Dio di accompagnarmi affinché io sia capace di accogliere lo sguardo di chi avrò vicino. “Non abbiate nessun debito verso nessuno se non quello di un amore vicendevole” (Rm 13,8). Parto custodendo nel cuore la mia realtà, affidando a Dio le realtà che incontrerò».
Quello di quest’anno è il frutto di un lungo e intenso percorso formativo che ha coinvolto circa 60 giovani provenienti da contesti e realtà diverse, uniti dal desiderio comune di mettersi in gioco e vivere un’esperienza che lasci un segno, in loro e nelle comunità che li accoglieranno. Mesi di incontri, momenti di riflessione, laboratori e condivisioni hanno permesso a questi ragazzi e ragazze di maturare una scelta consapevole, fondata non sull’improvvisazione, ma su una preparazione seria e approfondita. È un cammino che li ha portati a confrontarsi con le sfide del nostro tempo, a interrogarsi sul proprio ruolo nel mondo e sul significato profondo del dono gratuito di sé.
Guardando al futuro, la Fondazione Opera don Bosco Onlus intende proseguire e rafforzare questo percorso, con l’obiettivo di far crescere ancora il progetto per il prossimo anno pastorale. L’intenzione è quella di coinvolgere un numero sempre maggiore di giovani e un numero crescente di missioni salesiane in tutto il mondo, per creare una rete viva e concreta di solidarietà globale con lo stile di Don Bosco.
Perché la solidarietà non può restare solo un ideale da proclamare, ma deve diventare una scelta quotidiana, concreta e urgente, capace di rispondere con gesti reali alle ferite di questo nostro tempo. Oggi più che mai, di fronte a crisi umanitarie e fragilità diffuse, la scelta di partire per incontrare l’altro e servirlo rappresenta una risposta necessaria, coraggiosa e profondamente umana.