Due testimonianze diverse, entrambe giunte dall'Etiopia – terra da sempre vicina al mondo salesiano.
Don Filippo e Don Giorgio ci aggiornano sulle loro missioni, portando i loro migliori auguri a tutti voi.

Carissimi amici,Siamo ormai giunti alle porte del Natale, ma noi avremo ancora un po’ da aspettare perché essendo una minoranza in Etiopia, lo festeggiamo con gli Ortodossi il 7 gennaio: un segno di unità cristiana.Vi siete mai chiesti come si festeggia qui il Natale? Intanto, essendo l’Etiopia un paese metà cristiano e metà musulmano, ci sono feste da entrambe le parti. Abbiamo appena festeggiato il giorno della nascita del Profeta Maometto, il 30 novembre: niente scuola, niente lavoro, festa nazionale. Così sarà il 7 gennaio per Natale, ma solo quel giorno, niente vacanze prima o dopo, anche perché la festa di Capodanno Etiopico è il 10 settembre e per chi non lo sapesse, siamo nel 2010!

E Natale com’è? Qui non c’è la neve…nessuno l’ha mai vista: le temperature in questo periodo vanno dai 40° durante il giorno e di notte scendono solo fino ai 24° di minima. Qui non c’è Babbo Natale, nessuno sa chi è né cosa faccia in questo periodo, anche perché pochi hanno i soldi per fare dei regali. Non c’è neppure l’Albero di Natale da addobbare, anche perché non ci sono alberi da comprare e portarsi a casa e la poca legna viene usata per fare il fuoco per fare da mangiare. Le luminarie? Anche in questo caso qui è completamente diverso: nel villaggio non c’è luce e, soprattutto, non esiste un Comune che si prenda in carico il servizio. Non c’è la tradizione del Presepe e neanche quella del classico cenone della Vigilia: il pranzo di Natale però lo festeggiamo insieme nella nostra parrocchia centrale, dopo la Messa e alcuni momenti di festa insieme, con un bel piatto di polenta e un po’ di carne di mucca preparate la sera prima.Sono tante le differenze, ma una cosa è certa: ciò che siamo sicuri esserci è l’arrivo di Gesù bambino. Ogni anno Gesù nasce qui da noi non solo a Natale, ma innumerevoli volte nei tantissimi bambini che ci sono. Basta saperlo riconoscere.Con queste parole voglio fare a tutti voi un augurio di buon Natale perché possiamo trovare la pace non solo esterna, ma del cuore, e perché tutta la povera gente possa vivere una vita dignitosa.Con affetto - Abba filippo

Don Filippo Perin, sacerdote salesiano, è missionario dal gennaio 2009 in Etiopia e più precisamente nella regione di Gambella: una remota zona al confine con il sud Sudan. Ora si trova a Pugnido, a 3 ore di macchina da Gambella, un villaggio al centro dell'area popolata dall’etnia Anyuak. ------------------------------

Don Giorgio Pontiggia sceglie invece di aprire la sua lettera di auguri con un pensiero profondoBeata la Vergine Maria: ha portato nel grembo il Salvatore del mondo.Beato Giuseppe: ha provato e testimonia che ogni Bambino ha per Padre Dio.Beati i Pastori: non hanno dubitato all’annuncio della Nascita.Beati i Magi: hanno trovato Dio in un Bambino con sua Madre.Beati gli Angeli: hanno cantato la Notizia più bella.Beati i Bambini: hanno come primo Amico Gesù Bambino.Beate le Mamme: moltiplicano il Mistero della Vita.Beati i Papà: sono i custodi premurosi della Mamma e del Bambino.Beati i Nonni e le Nonne: si riscoprono di nuovo Papà e Mamme.Beato il villaggio di Pugnido: è un Grembo traboccante di Bambini.Beati voi, nostri Amici: l’amore per il Bambino è la vostra tenerezza.Beato Abba Giorgio: si trova nella gioia di un mare di Bambini.Proseguendo con un aggiornamento sulla situazione a Pugnido, Etiopia: la più grande novità sul finire di questo anno, è che abbiamo raggiunto il numero di 8.700 Battesimi, in grande maggioranza di Bambini, rinati dall’acqua e dallo Spirito Santo. L’asilo e l’hostel sono in piena attività e oltre alla Missione centrale, abbiamo 11 stazioni periferiche e 6 centri tra i Profughi del Sudan. È vero, i costi di gestione crescono, e per questo confidiamo nell’aiuto dei Benefattori, ma la preghiera è la vera forza che ci tiene uniti e ci fa camminare.Un abbraccio - Abba Giorgio

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