News da Pugnido, etiopia: african easter

Don Filippo Perin, missionario Salesiano a Pugnido, nella zona del Gambella Park in Etiopia, ci aggiorna sulla situazione della missione.

Carissimi amici, come state?Un saluto da Pugnido e un augurio di buona Quaresima per arrivare bene alla festa di Pasqua, quest'anno festeggiamo tutti insieme: sia i Cristiani Ortodossi sia i Cristiani Cattolici celebrano la Pasqua il 16 aprile.Il nostro riscaldamento naturale è sempre acceso, anche se qualche volta scendiamo sotto i 40°, verso i 38° e sembra che ci sia fresco! Le nostre attività della parrocchia si stanno concentrando sulla preparazione alla Pasqua, stiamo andando più spesso in alcune cappelle per la catechesi e la preparazione ai sacramenti e anche qui nella missione centrale abbiamo preparato incontri e liturgie, mentre le altre attività continuano normalmente, l’asilo e l’ostello, l’oratorio e i vari corsi di inglese, computer, sartoria con le macchine da cucire ...Due settimane fa sono tornati i Murle, etnia del Sud Sudan, un misto di guerrieri, razziatori di mucche e soprattutto di bambini. Hanno attaccato prima singole persone e poi due villaggi Jor e Obua. Hanno attaccato di notte uccidendo moltissime persone e rapito circa 30 di bambini e poi sono scappati in Sud Sudan, attraversando il fiume Gilo. Si è trattato di un attacco molto feroce, usando armi molto potenti per colpire e uccidere più persone. Il giorno dopo sono arrivati i soldati e la polizia da Gambella che hanno cercato di inseguire i Murle nella foresta, hanno scoperto un loro campo molto distante da Pugnido, ancora in Etiopia, forse è da lì che sono venuti. Nei giorni scorsi sono riusciti anche a recuperare diversi bambini rapiti in uno scontro diretto nella foresta.

Questa settimana l’abbiamo dedicata alla preghiera per tutte le persone scomparse e per i bambini rapiti, in tutte le cappelle in cui siamo andati. Tutti i villaggi vicini si sono attivati per aiutare la gente che è stata attaccata, molte persone hanno comprato del granoturco e glielo hanno regalato, un villaggio ha preso per un giorno intero del pesce nel fiume e l’ha portato ad uno dei due villaggi attaccati e anche la nostra missione ha contribuito dando 50 stuoie per dormire. Si è trattato proprio un forte segno di solidarietà e di aiuto anche da parte di chi ha già pochissimo per sé per vivere.  Complice la guerra civile ancora in corso in Sud Sudan, il governo non riesce a controllare questa etnia guerrigliera, mentre in questa parte di Etiopia, nella zona al confine abitata degli Anyuak, c'è poca sorveglianza ed è lasciata alle scorribande dei Murle.Anche se in questo periodo è stato realizzato un nuovo campo per i soldati etiopi, per dare maggior sicurezza alla zona, resta molto difficile controllare ogni area, perché in ogni villaggio dovrebbe esserci un distaccamento di soldati e ci vorrebbero degli elicotteri per inseguire i Murle nella foresta. Speriamo che il governo riesca a fare qualche cosa.Qui al confine c’è un grande incrocio di etnie, gli Anyuak, i primi a risiedere qui, il campo profughi con migliaia di Nuer venuti dal Sud Sudan, gli Etiopi veri e propri che sono i commercianti, i soldati e alcuni del governo, i Murle che vengono per depredare e rapire, e poi da ultimo i Fallata, di origine nigeriana, pastori nomadi che portano le mandrie nella stagione secca vicino ai fiumi che sono in questa zona, ognuno con la sua cultura, con la sua lingua, con la sua vita. Quando accadono questi fatti così gravi è difficile dire qualche cosa, fare una predica, come quando alla domenica entro nel campo profughi per la Messa: diventa importante pregare insieme, essere presenti lì con loro, non lasciarli soli in questi momenti e cercare di portare il pensiero e il cuore verso Dio. Non ci sono tante medicine per l’odio nel cuore, ma solo l’amore di Dio. C’è un personaggio del Vangelo del venerdì Santo, originario dell’Africa, Simone di Cirene, città della Libia, che aiuta Gesù a portare la Croce. Che bello questo gesto, nonostante che tornasse stanco dalla campagna, nonostante i suoi programmi e le sue intenzioni, si ferma e aiuta Gesù a portare la Croce. Già a Natale l’Africa accoglie Gesù profugo, che fugge in Egitto perché Erode vuole ucciderlo, ora un uomo dell’Africa arriva fino a Gerusalemme per aiutare Gesù a portare la Croce. In ogni parte del mondo quando incontri qualcuno in difficoltà senti dentro di te questa domanda "Vuoi essere il mio Cireneo?", cioè vuoi aiutarmi a portare la Croce? Gesù porta la nostra Croce e noi cerchiamo di portare quella degli altri. Un augurio anticipato di buona Pasqua a tutti!Con affetto, Abba Filippo

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